Undoing Commons. Diritto Alla Città, Attivismo Culturale e Pratiche di (Un-)Commoning nel Sud d'Italia
DOI:
https://doi.org/10.14288/acme.v17i2.1425Keywords:
Palermo, Cantieri Culturali alla Zisa, commons, affirmative sabotage, un-commoningAbstract
I Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo rappresentano uno dei luoghi in cui movimenti di commoning urbano e pratiche di attivismo culturale hanno prodotto un orizzonte di rivendicazioni comune, attraverso la conversione di uno spazio destinato alla privatizzazione in un potente laboratorio di inclusione sociale e promozione culturale. Dopo una ricognizione della letteratura esistente sulle esperienze di commoning a vocazione culturale, questo articolo si propone di mettere in atto un’inversione di sguardo oltre che di metodo: anziché rileggere l’esperienza dei Cantieri Culturali alla luce della letteratura di riferimento, sarà quest’ultima ad essere oggetto di un’interrogazione critica condotta sulla base di quel che è accaduto ai Cantieri da gennaio ad ottobre del 2012. Questi diventeranno infatti luogo e occasione per un’operazione di sabotaggio affermativo (Spivak, 2013), vale a dire per una messa in discussione dei discorsi che sono stati prodotti negli ultimi anni intorno alle pratiche di commoning, specie con riferimento al dibattito geografico di matrice critica e radicale. Il presupposto da cui questa operazione prende le mosse è che la letteratura sull’argomento sia costellata di una serie di interdetti, rimozioni e camuffamenti che se da una parte promuovono i commons a spazi di autonomia creativa (Vasudevan, 2014) e di pura resistenza (De Angelis, 2003), dall’altra, riducendo o annullando il proprio impulso critico, rischiano di depotenziarne la capacità trasformativa e il senso politico. La radicale separazione del comune dal mercato e dallo stato, la problematica sinergia lessicale e teorica fra il comune e la comunità, i graduali processi di disfacimento (un-commoning) che talora contraddistinguono le sorti di tali spazi sono alcune delle questioni che questa riflessione aspira ad aprire.
Undoing Commons. Right to the city, cultural activism and (un-)commoning practises in Southern Italy
The Cantieri Culturali in the neighbourhood of Zisa (Palermo) represent one of those places where movements of urban commoning and practices of cultural activism have produced common claims through the conversion of a place destined to privatization into a powerful laboratory of social inclusion and cultural promotion. After reviewing the existing debate about commoning experiences in the cultural sector, the paper aims at inverting both the sight and the method: instead of reading the experience of the Cantieri Culturali through the existing debate, the debate itself will be critically questioned on the basis of what happened at the Cantieri between January and October 2012. This way the Cantieri become the place and the opportunity for what Spivak defined as "affirmative sabotage" (2013), i.e. the questioning of discourses produced around commoning practices in recent years, especially in the domain of critical and radical geography. In fact the paper stresses how most contributions on the topic have several bans, removals and camouflages: while promoting the commons as spaces of creative autonomy (Vasudevan, 2015) and pure resistance (De Angelis, 2003), they reduce and/or erase their critical impulse, thus preventing their transformative capacity and political sense. The radical separation of the common from the market and the state, the problematic lexical and theoretical synergy between common and community, the progressive processes of un-commoning that sometimes characterize these spaces represent some of the issues discussed in the paper.
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